I commerci europei gravitavano soprattutto intorno a due aree: il Mediterraneo e l'Europa del Nord.
Grazie ai collegamenti con Bisanzio e con i porti dell'Egitto e dell'Oriente, vennero messi in circolazione prodotti orientali: pietre e stoffe preziose, gioielli e spezie.
I mercanti di alcune città tedesche si unirono in una lega, chiamata Hansa o Lega Anseatica per tutelare i loro interessi. Essi scambiavano i prodotti locali con le merci prodotte nel Mediterraneo o commercializzate dai mercanti italiani.
La ripresa dei commerci fu favorita anche dal fatto che divenne più facile spostarsi; nonostante fosse possibile trasportare i prodotti via mare e via terra, vi erano comunque problemi sulle vie di comunicazione: le strade erano maltenute e i trasporti venivano effettuati con muli o carri trainati da buoi ed ovviamente erano molto lenti. Con il diffondersi del commercio però le strade furono migliorate e la navigazione conobbe grandi progressi, con l'introduzione della bussola, che era stata inventata in Oriente, e l'installazione del timone che permetteva una migliore manovrabilità della nave.
L'intersificarsi dei commerci favorì la ripresa della circolazione monetaria:
- le famiglie più ricche presero a far fruttare i patrimoni monetari. Molti finanziavano i traffici dei mercanti, altri fondarono delle compagnie, società che in alcuni casi diedero origine alle banche;
-si svilupparono le tecniche di trasferimento e di scambio del denaro: nacquero le lettere di cambio, documenti che rappresentavano somme di denaro, si trasformarono in banchieri. I più importanti tra essi finanziarono papi e re.
Si ponevano così le basi dell'economia di mercato, in cui chiunque puù vendere o comprare merci e servizi liberamente. Esse presuppone un'economia monetaria, un adeguato sistema di comunicazioni, l'eliminazione di tutti i vincoli feudali (come la servitù della gleba) che imbrigliano il mercato. Queste condizioni si sarebbero realizzate compiutamente solo nel XIX secolo.

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